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I nuraghi sono i monumenti più tipici e rappresentativi della civiltà nuragica, che si sviluppa in Sardegna a partire dall'età del Bronzo Medio, 1600 a.C., e termina all'incirca in corrispondenza con l’inizio della dominazione punica, nel XIX secolo a.C . Questi imponenti edifici furono costruiti con grandi blocchi di pietra più o meno squadrati disposti l'uno sull'altro, i più classici sono quelli cosiddetti a tholos, costituiti da una torre a forma tronco conica , che presentano al loro interno dei vani circolari disposti su più piani, collegati fra loro da una scala ricavata all'interno dello spessore murario. I nuraghi possono essere semplici, ossia costituiti da un'unica torre, oppure complessi, cioè formati da più torri, che possono essere massimo cinque, disposte attorno alla torre centrale detta mastio e unite fra loro da mura rettilinee.

Nuraghe Voes
Accesso: Il monumento è raggiungibile percorrendo la strada provinciale Nule-Bitti fino al km 4,300 è inoltrandosi a destra per un sentiero, in un terreno privato, chiamato “sa mandra manna” e che oggi prende il nome dal nuraghe stesso, “Nurache Voes”. Questo sorge ad un’altitudine di m 709 sul livello del mare.

Descrizione: Nuraghe Voes è il più rappresentativo tra i nuraghi del territorio. La grandiosità della struttura, la conservazione, l’ubicazione hanno da sempre attirato l’attenzione degli studiosi e dei visitatori. Il nuraghe è ancora integro nelle sue strutture fondamentali, sino ad oggi non è mai stato scavato e non è mai stato oggetto di manutenzione. Nuraghe Voes si presenta come una struttura architettonica complessa: un nuraghe trilobato. Il piano terra comprende 4 camere centrali circolari con soffitto a “tholos”. Come il nuraghe Losa e altri nuraghi dell’altopiano di Abbasanta si compone di un nucleo primitivo, al quale si venne addossando una costruzione aggiunta comprendente probabilmente una specie d’atrio d’ingresso, tra celle e gallerie sopra due piani, che univano le celle aggiunte e formavano une rete di passaggi interni. La torre principale in origine avevano due piani, ora conserva solo inferiore con camera e cupola.
La zona in cui sorge Nuraghe Voes è importante anche per alcuni ritrovamenti: un frammento di ceramica del periodo punico e varie monete di rame e argento risalenti all’epoca di Roma imperiale.

Nuraghe Istelai
Accesso: la zona in cui si trova il Nuraghe Istelai fa da punto di demarcazione tra l’agro di Nule, l’agro di Bitti e l’agro di Orune. Il nuraghe è facilmente raggiungibile si percorre la provinciale Nule-Bitti per poco più di 6 km si svolta a destra per una stradina campestre per circa 1 km e mezzo.

Descrizione: la struttura del nuraghe è chiaramente complessa, appare subito la mole compatta su cui primeggia il torrione centrale. A nord-ovest rispetto al nuraghe, ad una 10na di m da questo all’interno del recinto si trova una grande pietra che considerando la forma viene ritenuta una stele proprio la sua presenza al nome del sito e anche del Nuraghe Istelai o luogo delle stele. Tutto attorno sono evidenti i segni dell’antico insediamento umano risalendo dall’epoca pre-nuragica al neolitico. Lo Spano, nel 1872 a proposito di Istelai scriveva “ nel villaggio di Nule, un tale Antonio Senes Basoli, facendo operazioni agricole scoprì una bell’urna cineraria di bronzo con candela dello stesso metallo e altri oggetti. Finora è l’unica urna che sia stata trovata in Sardegna in questo metallo fra le migliaia ritrovate a Tharros, Cornus, ecc”. La testimonianza dello Spano conferma l’importanza dl sito non solo nel periodo preistorico e nuragico ma anche in epoca romana. D’altra parte gli oggetti in bronzo fanno pensare alla presenza di personaggi facoltosi e quindi ad una certa rivoluzione sociale verificatasi tra gli abitanti di Istelai.
In tempi più recenti il luogo divenne un punto di passaggio, di transito del bestiame rubato, gli abigeatari percorrevano il sentiero che allora collegava Osidda con Orune spingendovi il bestiame rubato il fenomeno era così frequente, racconta un vecchio pastore, che se una sera si ripuliva con frasche un tratto del sentiero al mattino si era sicuri di trovare le impronte del bestiame “di passaggio”.

Santu Leséi e il bronzetto di Nule
Santu Leséi è situato nella parte più a nord del territorio di Nule, al confine con quello di Osidda. Non c’è nuraghe o almeno non c’è più nuraghe, ma ci sono tracce evidenti di un villaggio preistorico. Ai piedi del colle, sussiste quasi intatto un piccolo dolmen neolitico. In posizione orizzontale, accanto all’ingresso primitivo del dolmen, è situato un basso menhir che era certamente posto come segno dell’ingresso del dolmen stesso. Santu Leséi è stato reso famoso dal ritrovamento casuale di quello che è ormai chiamato “bronzetto di Nule”, il toro androcefalo.

La presenza in sito del prezioso reperto, oggi custodito nel museo archeologico di Cagliari, è da ricondurre al culto delle acque: la fonte indispensabile per la vita, resa sacra dagli uomini, in cui i bronzetti venivano deposti come “ex-voto”, cioè come atti di culto propiziatorio o di ringraziamento la statuetta è la rappresentazione di un essere con il corpo di animale e la testa d’uomo. Ancora oggi il bronzetto di Nule è avvolto nel mistero.

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